Un’immagine iconica che ha segnato l’infanzia di molte persone, ma è arrivato il momento di concentrarci su un dettaglio a noi ben noto.
Asterix e Obelix. Sì, oggi parliamo del duo che ha segnato l’infanzia di tanti e che è stato parte di un filone di comicità molto comune all’interno del piccolo e del grande schermo. Ma loro non sono famosi solo per le scene disegnate nei fumetti, le “botte” che partivano in carica contro le legioni romane, ma anche per i grandi banchetti. Cibo a volontà, fiumi di bevande e di bevande alcoliche che oggi, a noi ora più che cresciuti, siamo curiosi di conoscere.
I banchetti di Asterix e Obelix: ecco una curiosità sull’immagine
Non è un caso che nel 2001 fu rilasciato anche un videogioco per Playstation e PC, Asterix: il folle banchetto. Proprio perché in quei 40 anni di produzione artistica ciò che caratterizzava il villaggio era la pozione magica, la grande e strenua difesa dei galli dagli invasori romani e, infine, i banchetti. Punto centrale, soprattutto nella figura di Obelix, data la sua taglia, non dovuta però a quanto mangiasse, ma a motivi che vi lascerò scoprire leggendo il fumetto se vorrete recuperare. Un duo perfetto che abbiamo visto affacciarsi in tante altre forme cinematografiche, si veda Stanlio e Olio o i più moderni Bud Spencer e Terence Hill.
Ma cerchiamo di contestualizzare, perché la cultura è di tutti ma non raggiunge sempre tutti. Siamo negli anni ’60 quando René Goscinny (sceneggiatore) e Albert Uderzo (Disegnatore), decisero di creare questo grande capolavoro. Una storia semplice, lineare e che racconta come questo piccolo villaggio sia riuscito a difendersi dalla brutale conquista romana con un trucco: la pozione di Panoramix. Un omaggio alla resistenza francese dopo la conquista Nazista, dato anche il peso che la nazione si portava con sé negli anni ’60. L’ambientazione rimane, però, quella del 50 a.c. nella Gallia settentrionale, con disegni e costumi fedeli all’immaginario collettivo di quell’antico mondo.
Un capolavoro di grandi lotte, pozioni magiche e banchetti
Importanti mangiatori e bevitori di alcolici e, soprattutto, di birra. Sì, birra! No, non è un errore dei creatori di questo splendido fumetto, ma un modo di raccontare qualcosa davvero presente nella Gallia settentrionale. Vediamo, infatti, nell’immagine come Asterix tenga in mano un boccale di birra ricco di schiuma, non è un errore ma si tratta della “Cervogia“. Ma di cosa si tratta? Quando parliamo di Cervogia parliamo dell’antenata della birra, una proto-birra. Chiamata anche “Cerevisia“, non è un caso l’utilizzo della “Cerveza” come termine spagnolo ad identificare la birra.
Molte le scuole di pensiero sull’origine del nome, la più plausibile sembra essere quella di “Ceres” (Cerere, dea dell’agricoltura) e “Vis” (forza, in latino). Sull’origine etimologica della parola ancora tanti sono i nodi da sciogliere, ma possiamo, invece, spiegare con sicurezza di cosa si tratti. Questa era una bevanda fermentata a base di cereali, spesso orzo e avena, con l’aggiunta di erbe aromatiche che sostituivano l’utilizzo del luppolo, dal colore ambrato. Convivialità e piacere, alcuni temi madre del fumetto che non avrebbero potuto avere la stessa forma senza una proto-birra fra le immagini.