Cosa succede se Ilaria Salis viene eletta parlamentare europea: il precedente di Enzo Tortora

Il Partito Democratico vorrebbe candidare Ilaria Salis, l’antifascista detenuta in Ungheria, al Parlamento Europeo: ma cosa succede in questo caso?

ilaria salis
Il caso Ilaria Salis (Birraebirrerie.it)

Nei giorni scorsi, si è diffusa la notizia che il Partito Democratico starebbe considerando la possibilità di candidare Ilaria Salis al Parlamento europeo, come proposto dalla segretaria Elly Schlein durante un incontro informale con i suoi stretti collaboratori. Come noto, la Salis è un’insegnante antifascista detenuta da oltre un anno a Budapest, in Ungheria, con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di alcuni neonazisti.

Le sono stati negati i domiciliari e in ogni udienza la donna viene portata in aula con dei pesanti ferri al polso e alle caviglie: per questo il padre di Ilaria Salis si è rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha puntualmente replicato, sottolineando come tra la legislazione italiana, ben più vicino ai valori europei, e quella ungherese si riscontrano profonde differenze.

Ilaria Salis candidata al Parlamento Europeo: che cosa accadrebbe?

Ilaria Salis viene eletta a Bruxelles
Cosa succede se Ilaria Salis viene eletta a Bruxelles (Birraebirrerie.it)

La detenzione della donna antifascista, peraltro, è stata oggetto già di dibattito in sede europea e anche il fumettista Zerocalcare, campione di incassi sia con le graphic novel che con le serie animate, è intervenuto in suo favore, sottolineando come ci sia una decisa sproporzione tra i reati dei quali Ilaria Salis è accusata e le misure detentive nei suoi confronti.

D’altra parte tra il governo ungherese guidato da Orban e l’Unione Europea è aperto un contenzioso, divenuto anche di natura economica, proprio riguardante gli standard minimi di rispetto dei diritti civili necessari per poter avere accesso a finanziamenti economici. Il caso Ilaria Salis è divenuto insomma una vicenda che va ben oltre il fatto di cronaca e le sue implicazioni.

Tant’è che appunto si vocifera della possibilità di candidare la donna al Parlamento Europeo: un’elezione le garantirebbe l’immunità e quindi la conseguente scarcerazione, a cui l’Ungheria sarebbe costretta per evitare un caso diplomatico di portata ben più vasta, perché appunto andrebbe a entrare in conflitto direttamente con l’Unione Europea.

I precedenti di Toni Negri ed Enzo Tortora

La famiglia Salis ha escluso per ora un coinvolgimento politico diretto, ma la possibilità di una candidatura non viene esclusa in maniera netta da nessuna parte politica che in Italia potrebbe essere interessata a farlo. Del resto, per casi più o meno simili, già in passato la candidatura in politica ha “salvato” dal carcere esponenti politici e personalità del mondo della cultura italiani.

Nei primi anni Ottanta, quando ancora l’elezione in Parlamento garantiva l’immunità parlamentare, fu il Partito Radicale a candidare il filosofo Toni Negri, leader di Autonomia Operaia, alla Camera dei deputati, consentendogli di uscire dal carcere di Rebibbia. Era il 1983, l’anno dopo sempre i radicali candidarono e fecero eleggere Enzo Tortora, noto giornalista, al Parlamento Europeo.

Il giornalista era ai domiciliari con pesanti accuse di camorra e venne eletto a Bruxelles: si aprì un contenzioso con la Procura di Napoli, che chiese l’autorizzazione al processo e all’arresto al Parlamento Europeo. Un anno dopo la sua elezione, Enzo Tortora si dimise e andò ai domiciliari, dopo essere stato anche eletto presidente del Partito Radicale. Assolto il 13 giugno 1987, il giornalista morì dopo pochi mesi di cancro a 59 anni.

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