DALLE MINIERE DI MONTEVECCHIO SGORGA BIRRA ARTIGIANALERiconversione degli edifici storici

Il gusto della birra 4Mori, prodotta in un micro birrificio realizzato dentro una centrale elettrica edificata nel 1909 dai signori delle miniere di Montevecchio (Guspini) è entusiasmante. Ad appassionare non è solo il sapore di una buona birra artigianale, avvince anche l’idea che con la somma di tanti brindisi si possa contribuire a ridare vitalità ad uno dei mille locali che sorgono intorno al vetusto pozzo Amsicora. La collocazione dello stabilimento – ha anche una sala eventi capace di ospitare almeno 200 persone – fa subito balenare l’idea che da qualche parte nelle vecchie miniere del guspinese sgorga birra.
“Birra per ora no! Ma l’acqua che utilizziamo è quella purissima della condotta di Montevecchio”, rintuzza con un sorriso Antonio Zanda, uno dei tre artigiani che ha voluto tentare l’azzardo (gli altri sono Paolo Lai ed Efisio Zaru). “Noi speriamo che sia solo l’inizio di una ricollocazione produttiva di questa stupenda ex zona mineraria”, dice Zanda.
E in effetti, se si osservano i querceti, i prati, le montagne e quel che resta di un passato minerario ormai remoto (i lavori di estrazione ebbero inizio nel 1878), non si può non pensare a un possibile sviluppo del Parco culturale Giuseppe Dessì. Che, fra le altre cose, è a un tiro di schioppo dalle selvagge scogliere e dagli immensi arenili della Costa Verde.Per la prima volta, birra fa rima con ecologia. Il 4Mori è, infatti, il primo birrificio eco compatibile costruito in Italia.
“Prima di cominciare, otto anni fa, abbiamo studiato il settore delle birre artigianali e chiesto ragguagli ai sospettosissimi operatori del comparto – spiega ancora Zanda – talmente gelosi che di primo acchito abbiamo pensato di mollare”. L’idea ha ripreso ad agitarsi nella mente quando il sindaco di Guspini ci propose di costruire l’opificio nel vecchio capannone di Montevecchio.
Dunque, tutto bene! Per niente: la burocrazia "stava per uccidere nella culla il nostro progetto". Troppi permessi, troppa burocrazia, troppe carte inviate a Igea, Provincia, Comune, Soprintendenza e associazioni ambientaliste.“Abbiamo superato queste difficoltà perché siamo del mestiere, sappiamo come muoverci, ma anche grazie alla collaborazione di mia moglie che, essendo ingegnere, è riuscita a dipanare la soffocante matassa”, spiega Zanda, che nella vita normale fa il commercialista. Semplificazione è ancora solo una parola, evidentemente. Sfangata la fase progettuale, è stato necessario sviluppare la seconda, quella della produzione.
Ed è qui che il trio decide di incontrare uno dei profeti della birra made in Germany, Matías Muller, birraio di Monaco. Muller li introduce negli ambienti universitari di Monaco. “Il nostro piano di sviluppo è conquistato i docenti tedeschi: da qualche anno l’università chiede ad alcuni dei loro studenti di fare tirocinio da noi” dice con orgoglio Zanda.Una collaborazione che ha dato subito risultati incoraggianti: “Con le indicazioni dettate nelle tesi di laurea degli universitari, abbiamo migliorato sia il prodotto sia la produttività”. Terza fase, la commercializzazione.
Per la commercializzazione, “presto produrremo 250 mila litri di birra”, è stato raggiunto un accordo con la cagliaritana Lugori, una cooperativa che da qualche anno gestisce il sito di archeologia industriale di Montevecchio. La birra 4Mori è confezionata secondo “l’Editto di Purezza” quindi con acqua purissima e con malto, luppolo e lievito di prima qualità: “Perché noi mettiamo il bevitore al centro della nostra attenzione”, conclude Zanda.

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