Dopo il Covid, la nuova battaglia degli immunologi: stavolta sotto accusa finisce il vino, guardate cosa sta accadendo

A quattro anni di distanza dalla pandemia da Covid, gli immunologi tornano a farsi sentire: questa volta, sotto accusa è il vino.

Calice di vino rosso
Calice di vino rosso (Birraebirrerie.it)

Il vino è una delle bevande più amante in tutto il mondo. Il vino italiano, poi, è la maggiore eccellenza, tra l’altro protagonista della dieta mediterranea, la più salutare in assoluto. A quattro anni di distanza dallo scoppio della pandemia da Covid 19, che ha cambiato le nostre abitudini e che ha segnato uno spartiacque nella storia, ora gli immunologi tornano a farsi sentire.

Sotto accusa è proprio il vino e l’abitudine al consumo. A dibattere sono gli immunologi Antonella Viola e Matteo Bassetti. Riportato dal Corriere della Sera, il dibattito tra i due immunologi durante una conferenza sta facendo il giro del web, sollevando molteplici dubbi. Ma qual è la loro posizione, diametralmente opposta l’uno dall’altro?

La posizione degli immunologi: sotto accusa il consumo regolare di vino

Versare vino rosso nel bicchiere
Versare vino rosso nel bicchiere (Birraebirrerie.it)

Se Antonella Viola sottolinea i potenziali rischi legati al consumo di alcool, anche in quantità moderate, Matteo Bassetti è di tutt’altra opinione. La dottoressa Viola prende come esempio le comunicazioni fornite dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le quali riferiscono che non esiste una soglia innocua di consumo di bevande alcoliche.

Nelle donne, poi, questo rischio è ancora più elevato rispetto a quello degli uomini. La sua presa di posizione, però, viene contrastata dal virologo Bassetti, il quale definisce la sua posizione “estremista”, e afferma che il vino, se consumato con moderazione, comporta persino dei benefici. Insomma, il vino non deve essere demonizzato.

Ma il vino rosso è vero che “fa sangue” e comporta dei benefici? In realtà, la scienza ha già appurato che, consumare vino, anche in quantità moderate, faccia male. Non esistono benefici, si tratta solo di leggende infondate. Il vino rosso non stimola la circolazione, non previene l’obesità, non contrasta l’osteoporosi e non è vero che il resveratrolo, sostanza antiossidante e antibatterica, sia presente in grosse quantità.

Il falso mito del resveratrolo, smontato da centinaia di studi sin dagli anni ’90

Durante la lavorazione dell’uva, infatti, gran parte della sostanza si disperde. Tanto vale bere succo di uva, oppure consumare uva fresca, decisamente più salutari rispetto al vino. E comunque sia, per ottenere benefici grazie al resveratrolo, si dovrebbero assumere dosi enormi, impensabili, o consumare chili di uva.

Insomma, il vino è sempre di una bevanda alcolica, e l’alcool, assunto anche in quantità moderate, fa sempre male. Su questo non ci sono dubbi. Non a caso, Viola fa l’esempio del fumo. Anche fumare sigarette, giusto una ogni tanto, incide poco sulla salute, ma è sempre meglio evitare del tutto.

Stessa cosa per il vino, bevanda buonissima, da gustare in compagnia, e va bene berla ogni tanto, ma di certo bene non fa. Eppure, l’immunologa vieta tacciata dal collega di terrorismo e di disinformazione. Il dibattito, inoltre, si è acceso durante il Festival della Prevenzione di Lilt. Viola ha ribadito che bere vino regolarmente, il classico calice di vino quotidiano, inserito nella dieta mediterranea, faccia male e che debba essere evitato.

Tale bevanda produce, infatti, un’infiammazione cronica silente. Il vino comporta danni al fegato, problemi di dipendenza, rischio di obesità. Forse, l’approccio suggerito da Viola, ossia quello di bere vino ogni tanto, magari quando si è in compagnia, è quello migliore, rispetto a un consumo modesto ma quotidiano. Siete dalla parte di Viola o di Bassetti? A proposito di vino, Meglio vino o birra per la salute? C’è un vincitore e non è quello che pensi, lo dice la scienza.

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